Ci sono dei pomeriggi che ci si annoia anche a Berlino. Mio figlio mi ha chiesto di andare a prenderlo al doposcuola più tardi del solito, per poter giocare ancora un po’ con un amichetto, e io non so cosa fare di quest’ora regalata. Pioviggina, il ghiaccio si trasforma in pozzanghere, sui marciapiedi la gente cammina come su passerelle tra laghi e canaletti di neve sciolta. In una strada secondaria due poliziotti discutono animatamente con un ragazzo turco che lavora in una pizzeria take away. Da un tetto, mi racconta il ragazzo, è caduta una valanga di neve che gli ha rotto il parabrezza dell’auto. “Sfortuna”, gli hanno risposto i poliziotti. “E se ci fosse stato un bambino, al posto dell’auto?”, controbatte lui. “Sfortunato il bambino”. Quando si dice essere imparziali. Decido di interrompere la passeggiata, onde evitare di finire come l’auto, e faccio quello che il cittadino medio del mondo occidentale fa quando si annoia: un giro al centro commerciale. Per essere più precisi nella filiale di una catena di librerie che si chiama Thalia. Lo so, bisognerebbe piuttosto sostenere le piccole librerie locali; tra l’altro proprio vicino a casa mia, sulla Schönhauser Allee, c’è n’è una deliziosa con il nome di Anakoluth, una proprietaria gentilissima e una bella sezione di libri su Berlino e sulle donne. Ma il vantaggio di Thalia è il caffè, con ampie vetrate sul ponte in ferro verde bottiglia della metropolitana; e starsene lì seduti in silenzio a guardare i vagoni gialli dei treni e il via vai della gente contro il cielo grigio, sfogliando libri che nessuno ti obbligherà a comprare, è una cosa che ha il suo fascino. Scelgo un saggio umoristico sulla felicità, attualmente best seller. Lo apro a caso: “Alle volte sei il piccione, alle volte il monumento”. Indubbiamente vero, ma l’alternativa non è proprio delle più invitanti. Guardo fuori e tento di immaginarmi una vita da piccione; e poi una vita da monumento. Sul tavolino di fianco al mio tre adolescenti leggono rispettivamente un fumetto manga, un volume di Harry Potter e un manuale di biochimica. Saranno amici o si sono trovati lì per caso? Il cellulare di una signora trilla con un cinguettio di uccellini. Un giovane molto bohemien e in mano un libro di Thomas Bernhard la fulmina con lo sguardo. Fuori continua a piovviginare, il cielo continua ad essere grigio, la metropolitana si ferma e riparte. Bho, penso, e torno al mio libro. A parte l’enigma del piccione ci sono battute e spiegazioni fisiologiche/psicologiche di come funziona il meccanismo felicità. Fra l’altro l’autore, un medico passato al cabaret, è pure carino, il che non guasta, soprattutto in pomeriggi bigi come questi. Ma per intanto la mia ora libera è scaduta, molto più velocemente di quel che credevo. (nig)
Libreria Anakoluth, Schönhauser Allee 124.
http://www.anakoluth.de
Libreria Thalia, Schönhauser Alle 78-80
http://www.thalia.de
Eckart von Hirschhausen, „Glück kommt selten allein“, Rowohlt.
http://www.hirschhausen.com
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